Wild

Artist
Francesco Garolfi
Released
2015
Genre
Jazz - Rock Sperimentale - Soundtrack
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Interamente scritto, arrangiato, suonato, registrato da:
Francesco Garolfi – La Gar(e) Studio, Milano 2014
Mixato e masterizzato da:
Francesco Altare e Francesco Garolfi – Brainstorm Studio, Vimercate 2014
Produzione artistica:
Francesco Garolfi e Davide Sapienza
Produzione esecutiva:
Alpes soc. coop Trento
Fotografia di copertina:
Davide Sapienza, scattata nel Jack London State Historic Park – California, Usa
Grafica:
Giulia Coslovich – Do.it snc
Francesco Garolfi ringrazia:
Davide Sapienza, Cristina Donà, Cristina Busin, Stefano Albergoni, tutto lo staff di Alpes, Francesco Altare, Daniele Capra, lo staff di
Brainstorm Studio, Giulia Coslovich, Marco Grompi, Massimo Piccinelli, Lele Borghi, Sara Pirovano, Maria Guariento, Laura Zampieri, Raffaella Dal Vi, Sandro Battistella, Il Laboratorio degli In-Perfetti, Paolo P.Lion Pelandi, Riccardo Granato, Roberto Preda, Tommaso Mangione, Umberto Zanoletti, Nico Odorico, Francesco De Gregori, Anna e Desiderio.
Musiche suonate dal vivo in anteprima per la performance ideata da
Davide Sapienza dal titolo:
“Il Richiamo di Zanna Bianca” – Regia di Umberto Zanoletti

Delle distese profonde di Davide Sapienza
L’origine di questo album sta nei suoni dormienti di un apparato creativo fuori serie. Mi spiego. Wild è una questione tra Jack London, Francesco Garolfi e il sottoscritto, che si è offerto di essere messaggero di due delle storie più belle mai raccontate in letteratura, Il richiamo della foresta e Zanna Bianca. È vero, le ho tradotte con amore e poi ho proposto a Francesco di “suonarle” con amore. Ma come ogni grande musicista, lui ha osservato il messaggero, compreso il messaggio, ammirato la grandezza londoniana e ha raccolto questa preziosa essenza
in un unico vocabolo che di questo progetto include ogni cosa: Wild. In italiano, questa parola dà spesso adito a fraintendimenti. Ma la lingua musicale di Garolfi non parla un idioma: lui conosce l’esperanto della musica e dunque è andato a risvegliare quei semi e a loro ha permesso di gettare. L’ho visto succedere e posso testimoniare che raramente accade. Come uno sciamano, ha seguito la preziosa e invisibile traccia di luce verso la radura aperta e lì, quei semi rari e preziosi, irriproducibili, in pieno inverno, hanno perforato il buio e portato a una foresta
selvatica di musiche meravigliose.
Tutto inizia nella mezzanotte di una luna calante autunnale: “Devo dare voce a una performance letteraria ispirata a Jack London. Ci sei?” Questo il mio primo messaggio. Sì, fu la sua prima risposta. La telefonata durò pochi minuti. Francesco per me è soprattutto un amico, ma è un musicista che ammiro sconfinatamente. Quel sì significava che il suo codice genEtico artistico, le cui diramazioni e radici conoscono bene “il selvatico”, era con Jack e con me per un’avventura che io avevo già battezzato Il Richiamo di Zanna Bianca.
Serviva dirigersi di nuovo insieme verso l’Ognidove. Nel 2009 facemmo l’unica performance di Il Silenzio Bianco alla rassegna I Giorni di Jack da me diretta per il Circolo dei Lettori di Torino. Dovevamo compiere tutto il cammino dall’assolata California allo Yukon, sino alle regioni misteriose subartiche. Un salto oltre era necessario per seguire Jack in quella misteriosa zona dei laghi nati sui vulcani spenti, dove saremmo restati in attesa della pista da seguire. La pista l’ha tracciata di nuovo Francesco e i suoi segnavia sono queste canzoni che ho immaginato al primo ascolto essere i punti di riferimento per viaggiare dall’Alaska al Klondike, lungo il fiume Yukon e sin dentro le viscere dei primordi
dell’umanità e della Terra.
Jack London pubblicò Il Richiamo della Foresta nel 1903 e Zanna Bianca nel 1906. Il secondo romanzo, più lungo e articolato, fu pensato come compagno del primo. È la storia inversa. Il primo racconta del ritorno al primitivo e a tutto ciò che di selvatico è (ancora) in noi. Il secondo, l’addio al wild per una vita d’amore. Il rapporto con Jack mi concede a volte di prendermi certe confidenze e perciò ho pensato: “perché non provare a utilizzare le due storie come binari dove far correre un treno di suoni, diretto a nord?” È l’idea profonda che guida la mia vita di scrittore che esplora sulle tracce del genius loci. Lo stesso che abita nello Spiritus Garolfi. Se avete questo cd tra le mani è perché Francesco ha deciso di accettare e far parte di questo strano trio di viandanti del tempo e dello spazio, insieme a Buck e a Zanna Bianca.
Provo a dirlo in poche righe, dimostrando che le canzoni di Francesco sanno anche parlare dalla pagina scritta: Wild è un richiamo indomabile, il lungo sentiero, le distese profonde, respiro davanti al fuoco, nato nel silenzio, sotto la luna, solo per amore. Parola sua. Credeteci, è andata proprio così. E anche se non ci credete, che importa: avete la musica. Avete i libri: “stava suonando il richiamo, composto da tante note: e lui era pronto a obbedire.” Noi eravamo pronti a obbedire.